
Esce in Francia in DVD La Révolution du désir - 1970: la libèration homosexuelle, film documentario di Alessandro Avellis e Gabriele Ferluga.
Ovvero di quando le lesbiche e i gay politicizzavano i loro corpi, i loro desideri, le loro storie per proporre idee alternative di società (e di quotidianità) e non inseguivano modelli conformisti e familistici: insomma quando si pensava che forse era meglio abbattere il diritto di famiglia che sposarsi!
Il film segue le tracce lasciate dal FHAR (Front Homosexuel d'Action Révolutionnaire) e dei suoi due animatori più originali Guy Hocquenghem e Françoise d'Eaubonne (tra l'altro teorizzatrice dell'ecofemminismo al centro di alcuni degli articoli dell'ultimo numero di Zapruder) attraverso interviste e materiali d'archivio dell'epoca.
La figura di Hocquenghem ricorda per certi versi (e soprattutto per i riferimenti intellettuali: Deleuze, Guattari, Foucault) quella di Mario Mieli (a questo proposito vi segnaliamo sempre su Zapruder l'articolo di Cristian Lojacono). Entrambi intellettuali raffinati e militanti, sono riusciti a dare valenza politica e sovversiva alle loro idendità, prima che l'AIDS e la vittoria definitiva della società dello spettacolo normalizzasse gay e lesbiche e li trasformasse in oggetti di marketing, soggetti di consumo e desiderosi di sacra famiglia.
Il film ha il pregio di riaprire lo schermo e la mente su un periodo e un tipo di riflessione che sembrano dimenticati e avrebbero bisogno invece di essere ritrovati per ricostruirsi una cassetta di attrezzi, utili alla sopravvivenza tra la melassa conformista veltroniana (ti dico? o non ti dico?) e la violenza flou berlusconiana.
p.s. - Il film Ma saison super8, sempre di Alessandro Avellis, versione narrativa delle vicende del FHAR e di Guy Hocquenghem e Françoise d'Eaubonne, si può vedere su www.tichofilm.com!
Ovvero di quando le lesbiche e i gay politicizzavano i loro corpi, i loro desideri, le loro storie per proporre idee alternative di società (e di quotidianità) e non inseguivano modelli conformisti e familistici: insomma quando si pensava che forse era meglio abbattere il diritto di famiglia che sposarsi!
Il film segue le tracce lasciate dal FHAR (Front Homosexuel d'Action Révolutionnaire) e dei suoi due animatori più originali Guy Hocquenghem e Françoise d'Eaubonne (tra l'altro teorizzatrice dell'ecofemminismo al centro di alcuni degli articoli dell'ultimo numero di Zapruder) attraverso interviste e materiali d'archivio dell'epoca.
La figura di Hocquenghem ricorda per certi versi (e soprattutto per i riferimenti intellettuali: Deleuze, Guattari, Foucault) quella di Mario Mieli (a questo proposito vi segnaliamo sempre su Zapruder l'articolo di Cristian Lojacono). Entrambi intellettuali raffinati e militanti, sono riusciti a dare valenza politica e sovversiva alle loro idendità, prima che l'AIDS e la vittoria definitiva della società dello spettacolo normalizzasse gay e lesbiche e li trasformasse in oggetti di marketing, soggetti di consumo e desiderosi di sacra famiglia.
Il film ha il pregio di riaprire lo schermo e la mente su un periodo e un tipo di riflessione che sembrano dimenticati e avrebbero bisogno invece di essere ritrovati per ricostruirsi una cassetta di attrezzi, utili alla sopravvivenza tra la melassa conformista veltroniana (ti dico? o non ti dico?) e la violenza flou berlusconiana.
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51 commenti:
Oi, achei teu blog pelo google tá bem interessante gostei desse post. Quando der dá uma passada pelo meu blog, é sobre camisetas personalizadas, mostra passo a passo como criar uma camiseta personalizada bem maneira. Até mais.
delle mie lunghe conversazioni con copì ho sempre apprezzato la totale assenza di autoreferenziualità omosessuale, che distingue il gay psicanalizato e libero dal represso rimuginatore borghese.
un'ultima crudele riflessione prima di comprare dei surgelati findus per la cena di stasera. ma non vi sembre eccessvio dedicare ancora pagine di riflessione esegetica a un geniale guizzo intellettuale degli anni 70. vale a dire di 37 anni fa? i francesi sono amabili nelle loro retrospettive perchè solitamente le intenzionano per celebrare se stessi, il loro amor proprio è un sentimento genuinamente sincero.
be ce ne fossero oggi di guizzi. sarà la deformazione da storica ma mi pare che se non ce la raccontiamo noi la nostra storia non la racconta nessuno. E per noi e nostra ognuno intenda ciò che preferisce fuori dalla melassa conformista megliogiovinesca....
io preferisco usare il mio tempo per ripensare a mario mieli che non per seguire il dibattito dico non dico. ma naturalmente de gustibus...
post scriptum: anatolji non è che ti stai confondendo l'autoreferenzialità con la visibilità... non è che chiami autoreferenziale l'essere soggetti visibili? ma magari mi sbaglio. la mia è domanda non retorica...
Ottima idea, TichoFilm!
Il cinema nascosto
Un saluto.
ps perché Ticho? Non era Tycho Brahe, l'ultimo grande astronomo che osservò le stelle senza il telescopio? O avete dato precedenza al gatto nero? :)
guizzi?retrospettive?intenzionano?
boh gorse sono un po' ignorante ma il commento di sophia non lo capisco
qual'è il problema? ricordarso che 37 anni fa c'era qualcuno che non aceva guizzi ma rifletteva e viveva un'altra sessualità, un'altra politica, un'altra società? altro che guizzi... il guizzo è un vezzo tutto contemporaneo che nn sconcerta è nessuno e nn cambia neanche il modo di fare la spesa
guizzi...
cara ruby, io non credo che la storia sia maestra di vita, e non credo che il nobile esercizio della memoria storica richieda la riproposizione estasiata del ricordo di eventi passati. per giudicare se Caio è un idiota quando dice che i neri sono ontologicamente inferiori ai bianchi, io non ho bisogno di sapere cosa pensava in proprosito Tizio nel 1867 o Sempronio nel 1432. con questo non voglio dire che non si debba vedere film del passato o rileggere opere del passato, il mio commento suggerisce che assumersi la responsabilità di vivere il presente e di cercare di inventare o pensare qualcosa che non sia stato già detto o scritto o immaginato, è uno sforzo piu' nobile e intelligente. con affetto sophia
a proposito di guizzi. c'è una parte dell'umanità che già vive un'altra sessualità, un'altra politica, un'altra società; e lo fa liberamente, alla cosiddetta luce del sole, e senza neanche preoccuparsi se la propria vita sia trasgeressiva o scandalosa, perchè di queste preoccupazioni ormai non se ne cale. certo, questa larga parte dell'umanità non vive nella provincia dell'impero, dove si innalzano ancora totem al dio che fa piovere sulle piantiagioni di lattuga e si fa un uso scellerato dei puntini di sospensione. che dire? de lociis vivendi ...
non è questione di trasgressione né di puntini di sospensione cara sophia
è questione di vivere bene la propia vita
magari non mangiando della lattuga radioattiva
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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