giovedì 15 maggio 2008

VIEWFest. Festival del cinema digitale


Torino, 6-7-8 giugno 2008

Tre giorni di film, cortometraggi, arte, video clip, musica, workshop, performance: VIEWFest si svolge a Torino, dal 6 all’8 giugno, presentandosi come un nuovo Festival del cinema digitale (e non solo) contrassegnato da una formula d’avanguardia che ha origine e carattere internazionale.

Evoluzione italiana di Resfest, lo storico festival del filmaking digitale itinerante a livello mondiale, VIEWFest – organizzato da View Conference, la più importante manifestazione italiana dedicata alla computer grafica, realizzato con il sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo e diretto da María Elena Gutiérrez – non ha infatti soltanto una semplice e univoca localizzazione spaziale. Inserito in una rete globale di festival del cinema digitale in cui una serie di linee virtuali collega tra loro città di tutto il mondo – da San Paolo del Brasile a Seul, da Amsterdam a Istanbul – e di cui Torino rappresenta il “nodo” italiano, VIEWFest concentra in sé una serie di manifestazioni connesse l’una all’altra, ma contraddistinte ciascuna da proprie peculiarità. Contribuendo, come gli altri festival, con i propri contenuti al network, VIEWFest trova quindi nella struttura stessa i suoi punti di forza, assumendo una dimensione mondiale e, nel contempo, portando a Torino il meglio della produzione internazionale nell’ambito non solo del cinema digitale, ma anche delle diverse forme artistiche ed espressive sempre più strettamente legate all’uso e allo sviluppo delle nuove tecnologie.


Proiezioni

Con oltre 150 titoli tra film di animazione, cortometraggi, video musicali, spot pubblicitari, i tre giorni di proiezioni spaziano dagli autori esordienti ai più raffinati professionisti del cinema digitale, sempre privilegiando l’originalità delle opere, l’innovatività delle idee e la qualità della tecnica.
Ricco e sfaccettato, il programma si suddivide in più sezioni. Alcune di esse, provenienti da manifestazioni e case di produzione note a livello mondiale, presentano opere selezionate o realizzate secondo standard qualitativi estremamente elevati e tecnologie innovative, che il pubblico di VIEWFest può apprezzare grazie al nuovo impianto di proiezione digitale HD presente nella multisala Massimo del Museo del Cinema, cui si aggiunge ora la dotazione del sistema Blu Ray predisposto in occasione del Festival. In concomitanza con VIEWFest, Torino entra così nel circuito – ancora molto ristretto – delle città italiane alla completa avanguardia nelle tecnologie di proiezione e diffusione cinematografica. VIEWFest festeggia l’evento con i due lungometraggi in programma, Blade Runner: The Final Cut nell’ultima versione digitale HD rielaborata da Ridley Scott e Beowulf, proiettato nell’originaria versione 3D attiva realizzata da Robert Zemeckis, che gli spettatori vedranno con gli speciali occhiali polarizzati. Derivano invece dal collegamento diretto con i festival di altre città estere (in cui, come a Torino, Resfest si è localizzato cambiando nome) varie sezioni miscellanee che offrono panoramiche sul cinema digitale di nazionalità diverse e su produzioni indipendenti e innovative spesso poco conosciute quanto sorprendenti.

Tra le sezioni presentate:

PIXAR ANIMATION STUDIOS: I CORTOMETRAGGI
Un omaggio a una casa di produzione che non ha bisogno di presentazione: da Cars a Rataouille, la Pixar è ormai indiscutibilmente sinonimo di animazione. Meno noti dei lungometraggi, i suoi corto-metraggi sono piccole gemme di perfezione tecnica e ironia, capaci di condensare in pochi minuti un’idea geniale o un’intera storia: VIEWFest ne ha assemblato l’intera collezione e presenta in esclusiva tutti i 14 “film brevi” realizzati dal 1984 a oggi dalla casa di produzione statunitense.

ELECTRONIC THEATER
Avvalendosi di un’importante partnership con il Siggraph, la manifestazione di riferimento a livello mondiale nel campo della computer grafica e delle tecniche interattive, VIEWFest presenta il programma completo dell’ultima edizione del suo tradizionale showcase. I circa 40 cortometraggi proposti, frutto di una selezione internazionale delle migliori opere di computer grafica effettuata secondo severi criteri di creatività ed eccellenza tecnica, rappresentano uno sguardo diretto dentro le tendenze future del cinema e della pubblicità e sono presentate a Torino dallo stesso Paul Debevec, uno dei maestri dell’arte digitale, responsabile del comitato selezionatore per l’Electronic Theater 2007.

ANIMATION SHOW OF SHOWS
Curato da Ron Diamond, fondatore dell’Animation World Network (AWN.com, il primo sito web di riferimento per il cinema di animazione) e co-fondatore dalla Acme Filmworks (casa di produzione che riunisce e promuove sul mercato pubblicitario internazionale molti talenti del cinema d’animazione), Show of Shows è un promo-video che concentra le opere più interessanti nell’animazione di ultima generazione. VIEWFest ne presenta per la prima volta in Italia l’ultima edizione, la nona, che accorpa sia opere di case di produzione indipendenti (tra cui il candidato all’Oscar come miglior cortometraggio di animazione Madame Tutli-Putli), sia opere delle migliori scuole: dalla francese Supinfocom alla Turku Arts Academy finlandese, fino alla israeliana Bezalel Academy e all’ungherese MOME Animation.

RETROSPETTIVA HAPPY
Accostando agli esordienti i più ricercati registi di tendenza, VIEWFest ospita la retrospettiva, già itinerante nelle maggiori città statunitensi (New York, San Francisco, Los Angeles, Chicago…), dedicata ai noti, provocatori, controversi e pluripremiati Happy, ossia il duo californiano di creativi formato da Richard Farmer e Guy Shelmerdine. La sezione presenta la loro intera produzione (compresi i lavori finora mai visti perché messi al bando dalle televisioni), dalle prime pubblicità ai video musicali firmati per il DJ Adam Freeland e Gnarls Barkley, ai cortometraggi come Jane Lloyd – loro grande successo nei maggiori festival internazionali – e Green, lo spot realizzato per il particolare progetto underground di Adidas.

DUTCHMIX
In arrivo dall’International Amsterdam Film Festival/MAFIAFest (ex Resfest Amsterdam), caratterizzato nella recente edizione dal provocatorio tema “Impegnati e ribelli”, una selezione di opere innovative e coraggiose (tra cui Penalty, spot di Amnesty International contro la pena di morte, rifiutato dai network pubblici olandesi), originali e accattivanti, scelte tra i cortometraggi più interessanti della nuova produzione made in Netherlands.

TURKISHMIX
Dal Filmler/Kisalar di Istanbul, il meglio della cinema digitale degli artisti e delle case di produzione turche, che spazia dalla video-arte alla pubblicità, dagli effetti visuali alla computer grafica, offrendo l’occasione di avvicinarsi a un contesto sicuramente poco conosciuto che non manca di stupire e incuriosire.

BRAZILIANMIX
Un’antologia delle nuove produzioni brasiliane nel campo del cinema digitale, dai video musicali ai film d’animazione fino ad arrivare (con il cortometraggio Skeleton Break) alla ri-edizione di una sequenza dell’eisensteiniano Que viva Mexico!

Eventi speciali:

VISUAL SCIENCES
Ideazione originale del VIEWFest, questa sezione indaga le applicazioni che le tecnologie di ultima generazione – e, in particolare, quelle digitali – hanno o potranno avere, al di là del cinema, della pubblicità e dell’animazione, su altre discipline che investono il nostro quotidiano o saranno rilevanti nel nostro futuro. Nello specifico, vengono esplorate e mostrate, nell’affascinante scenario del nuovo Parco dell’astronomia e dello spazio di Torino, le possibile intersezioni tra tecnologie digitali, arte e scienza, attraverso alcuni “casi-studio” di particolare interesse, novità e originalità.

NANoART: vedere l’invisibile
Ideata e curata da Stefano Raimondi nell’ambito di VIEWFest e in collaborazione con il Laboratorio Materiali e Microsistemi del Politecnico di Torino, la mostra – dedicata alla nano-arte, ovvero all’arte che, utilizzando le nanotecnologie, è in grado di assemblare e manipolare la materia sulla scala infinitamente piccola del miliardesimo di metro – espone 7 opere, di cui due inedite, realizzate per l’occasione. Ammirabili solo al microscopio, creazioni originali dell’italiano Alessandro Scali e del sudafricano Robin Goode – inventori della nuova disciplina che segna la nascita di un’avanguardia estrema seguita con interesse e stupore dalla stampa di tutto il mondo, compresa la celebre rivista scientifica Nature – i nano-manufatti sfidano il confine dell’arte visibile e percepibile dall’occhio umano e si pongono essenzialmente come riflessione e stimoli di riflessione sulla società contemporanea: da Camel, in cui un cammello è inserito nella cruna di un ago in ironica contraddizione al detto biblico, ad Actual Size, in cui un’Africa infinitesimale parla di sé come Continente ormai invisibile nel panorama geo-politico mondiale.
La mostra è accompagnata da una serie di proiezioni video che estrinsecano il rapporto tra percepibilità e scala micro/macroscopica alla luce dell’uso delle tecnologie digitali: a partire dal making of della realizzazione di un’opera di nano-arte, dove è possibile vedere il processo di creazione in atto, grazie all’interazione tra il laboratorio scientifico del Politecnico di Torino e gli artisti, fino ad arrivare alla visualizzazione dell’infinitamente grande con il cortometraggio Formation of a Spiral Galaxy – realizzato dall’Osservatorio astronomico di Tokio all’interno del progetto Four-Dimensional Digital Universe Project – che rende visibile il processo di formazione di una galassia.


PERFORMANCE

Alle proiezioni di VIEWFest fanno da cornice diverse performance in cui la spettacolarità delle nuove tecnologie entra nella dimensione dell’affascinante evento dal vivo, talora anche in diretto rapporto interattivo con il pubblico. Tra di esse:
Gianluca Nicoletti e la “Macchina per entrare e uscire dal mondo”. L’autore di Le vostre miserie, il mio splendore. La seconda vita narrata dall’avatar bitser Scarfiotti, il giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti prosegue la sua escursione nel mondo di Second Life con un progetto ideato e realizzato per la prima volta appositamente per VIEWFest. Attraverso la “Macchina per entrare e uscire dal mondo”, concepita come trasformatore di umani in avatar e viceversa, gli attori della performance e gli spettatori del Festival possono oltrepassare una porticina di legno come esseri di carne e ossa e venirne fuori nella loro rappresentazione virtuale, continuando a dar voce ad essa. A metà strada tra la fantascienza del “multiverso” e lo psicodramma di genere ludico-liberatorio, la nuova “Macchina” di Nicoletti diventa quindi uno show teatrale (il 7 giugno, al Microplex King Kong) che esplora attraverso le nuove tecnologie il concetto di altri mondi possibili nella divertente dimensione di un gioco da Alice del XXI secolo.

ConiglioViola: “Recuperate le Vostre Radici Quadrate”. VIEWFest ospita uno dei gruppi new media art più noti e attivi sulla scena artistica contemporanea e l’ultima versione del suo titanico work in progress. “Recuperate le Vostre Radice Quadrate”, lo show multimediale che parte da 21 canzoni delle “più feroci dive italiane degli anni 80” reinterpretate da Andrea “Donatello” Raviola e ri-attualizzate dagli arrangiamenti elettronici e dal relativo video – a metà strada tra videoclip e videoart – realizzato dal gruppo, diventando insieme spettacolo, concerto e performance, ”evolve” nuovamente sul palcoscenico dell’Hiroshima Mon Amour il 6 giugno. All’esibizione live, ConiglioViola affianca un video antologico delle sue migliori produzioni, realizzato appositamente per VIEWFest.

Per informazioni: www.viewfest.it

lunedì 12 maggio 2008

DOCUMENTARI DA PALESTINA/ISRAELE – GRATIS SU WWW.TICHOFILM.COM


Dall'8 al 15 maggio, in concomitanza con la Fiera Internazionale del Libro di Torino, www.tichofilm.com mette a disposizione in visione gratuita i documentari da Palestina/Israele del proprio catalogo. Offrire uno sguardo della realtà mediorientale diverso, radicato nel territorio e lontano dalle celebrazioni nazionalistiche vuole essere un tentativo di restituire concretezza e complessità alle rappresentazioni culturali, artistiche, storiche e politiche di un territorio abitato da più popoli, con storie sovrapposte ma antititetiche.

Questi i titoli che proponiamo in visone gratuita:

ARNA’S CHILDREN (Israele/Olanda, 2003) di Juliano Meir Khamis e Daniel Daniel (miglior documentario al Tribeca Film Festival, 2004)
L'esperienza del Freedom Theatre, teatro per bambini creato nel campo profughi di Jenin nel 1989 da Arna Meir Khamis, madre del regista e coraggiosa attivista pacifista israeliana. Il film, girato dopo la morte di Arna e dopo lo scoppio della seconda Intifada, ricostruisce i drammatici destini di quei bambini che, ormai adulti, sono stati risucchiati dalla violenza. Il film tocca tanto le vite personali delle persone coinvolte quanto la realtà politico-sociale di una comunità devastata dall'occupazione militare, ma racconta anche della possibilità di un sogno diverso: quello di bambini profughi che sognano di diventare attori.

BILIN MY LOVE (Israele/Palestina, 2006) di Shai Carmeli Pollak (miglior film al Jerusalem Film Festival, 2005)
Narra la storia di un piccolo villaggio palestinese che cerca di resistere all’esercito di occupazione usando la nonviolenza e che è diventato il simbolo della lotta congiunta di palestinesi, israeliani e attivisti internazionali contro il Muro. Alla violenza militare essi contrappongono azioni dirette creative e manifestazioni simboliche che vengono duramente represse. Shai Carmeli Pollak ritrae dall'interno la crescita di un movimento che attira ormai da tempo l'attenzione dei media nazionali e internazionali.

BRIDGE OVER THE WADI (Israele, 2006) di Barak & Tomer Heymann
Cinquanta bambini palestinesi e cinquanta bambini ebrei frequentano la stessa scuola, una scuola con lezioni in entrambe le lingue. Ognuno di questo cento bambini è unico. Due anni dopo l’inizio della seconda Intifada un gruppo di genitori palestinesi ed ebrei hanno deciso di fondare una scuola bi-nazionale e bi-lingue nel villaggio palestinese di Ara in Israele. Il documentario segue il primo anno di scuola e il fragile tentativo di creare un ambiente di convivenza sullo sfondo della pesantissima realtà esterna. E lo fa osservando le vicende personali dei protagonisti, i bambini e i loro genitori.

THE INNER TOUR (Israele/Palestina, 2001) di Ra’anan Alexandrovich (miglior documentario al Vancouver International Film Festival, 2001 e Berlinale Forum, 2001)
Viaggio concretissimo e simbolico di un gruppo di palestinesi in Israele, alla vigilia dello scoppio della seconda Intifada. Turisti nel loro stesso paese, in viaggio anche attraverso memorie, speranze, miti, paure. L’autobus come microcosmo di destini individuali e paradossi legali. Sul tappeto, o per meglio dire on the road, tutti i nodi irrisolti di quel processo di pace che pochi giorni dopo si sarebbe drammaticamente interrotto. La questione dei profughi, i prigionieri, l’accesso all’acqua ma soprattutto la doppia, antitetica narrazione della stessa storia. La storia dei vinti e quella dei vincitori. Un piccolo capolavoro di sensibilità umana e acume politico, con un tocco di preveggenza per quello che di lì a poco sarebbe accaduto.

PICKLES (Israele, 2005) di Dalit Kimor (miglior documentario al Mississipi Crossroads Film Festival, 2007)
La storia di otto vedove palestinesi, da sempre casalinghe, che decidono di aprire una piccola fabbrica di sottoaceti. L’inedito business offre uno spaccato di realtà sulla vita di queste donne coraggiose che rompono le regole per garantire a se stesse e ai propri figli un migliore avvenire. Disobbedendo al destino sociale che vorrebbe le vedove recluse in casa oppure risposate, le otto donne di Tamra, un villaggio della Galilea, diventano imprenditrici e iniziano a guadagnarsi il rispetto dei propri concittadini. Lavorano ogni giorno senza paga per investire nel nuovo progetto e affrontano difficoltà economiche sempre crescenti.

THE SETTLERS (Israele, 2001) di Ruth Walk
Protagonista del documentario è la banalità della follia, quella del più fanatico gruppo di coloni ebrei a Hebron. Il film racconta la vita quotidiana di alcune famiglie nel quartiere di Tal Rumeida. Nell'assurdo tentativo di preservare la "normalità", i coloni ignorano la situazione politica in cui vivono e soprattutto si rifiutano di riconoscere l'esistenza degli oltre 120.000 abitanti palestinesi. Il significato politico della loro presenza su territorio palestinese contrasta con il loro numero reale e la loro permanenza a Hebron è resa possibile solo con uno smisurato dispiegamento di militari. La regista Ruth Walk riesce a superarne l'abituale ostilità e a creare un rapporto di fiducia con le persone intervistate, quasi tutte donne. Il film diventa così una rara occasione per poter guardare da vicino l'aspetto più estremo e integralista di quella complessa realtà chiamata "i coloni ebrei".

Speriamo che guardiate i film e abbiate voglia di discuterne con noi qua sul blog!

venerdì 25 gennaio 2008

I Film di Gennaio di TICHOFILM


Pickles
, di Dalit Kimor, Israele 2005

La storia di otto vedove palestinesi, da sempre casalinghe, che decidono di aprire una piccola fabbrica di sottoaceti. L'inedito business offre uno spaccato di realtà sulla vita di queste donne coraggiose che rompono le regole per garantire a se stesse e ai propri figli un migliore avvenire. Disobbedendo al destino sociale che vorrebbe le vedove recluse in casa oppure risposate, le otto donne di Tamra, un villaggio della Galilea, diventano imprenditrici e iniziano a guadagnarsi il rispetto dei propri concittadini. Lavorano ogni giorno senza paga per investire nel nuovo progetto e affrontano difficoltà economiche sempre crescenti. Ce la faranno? Il primo anno è pieno di risa e gioia ma anche di timori e delusioni.



Do I Love You, di Lisa Gornick, UK 2002

Lungometraggio di esordio di Lisa Gornick, Do I Love You è una commedia romantica filosofica che riflette sulla vita e l'amore. Marina e la sua compagna Romy si sono appena lasciate. Disorientata e alla ricerca di risposte, Marina inizia a interrogarsi e a interrogare i vari personaggi che popolano la sua vita. Ambientato a Londra e girato come un diario personale, il film diventa una vibrante e spiritosa inchiesta sull'amore e sui luoghi comuni che le persone inventano nel tentativo di comprenderlo. Se Woody Allen fosse una donna lesbica si chiamerebbe Lisa Gornick.

Buona visione!

mercoledì 14 novembre 2007

Il Film di Novembre di TICHOFILM


BRIDGE OVER THE WADI (Tomer e Barak Heymann, Israele, 2006, 55', col.)

Tomer Heymann, dopo l'acclamato Paper Dolls (Berlinale Panorama 2006) dedicato ai migranti filippini in Israele, torna ad affrontare con sensibilità ed acume i nodi irrisolti della storia del suo paese, questa volta a quattro mani con il fratello e produttore Barak.

Due anni dopo l’inizio della Seconda Intifada, un gruppo di genitori palestinesi ed ebrei decidono di fondare una scuola bi-nazionale e bi-lingue nel villaggio palestinese di Ara in Israele.
Il documentario racconta il primo anno di scuola e il fragile tentativo di creare un ambiente di convivenza sullo sfondo della difficile realtà esterna, osservando le vicende personali dei protagonisti, i bambini e i rispettivi genitori. Mentre gli adulti cercano, senza riuscirvi, di nascondere i loro timori, i bambini e le bambine parlano con semplicità e sincerità, riflettendo gli enormi problemi e contraddizioni nei quali vivono, la paura reciproca e il razzismo ma anche la gioia e la curiosità di fronte a nuovi amici con cui giocare.

Il film segue così con discrezione ma senza ipocrisie né censure le mille difficoltà in cui l'esperimento di coeducazione sembra continuamente sul punto di fallire. Ma il candore, la spontaneità e la voglia di vivere dei bambini fanno da controcanto alle disperanti condizioni esterne, e agli evidenti limiti degli adulti.

Anche se, a fronte dei molti problemi, alcuni genitori decidono di ritirare i figli dalla scuola durante il primo anno, nel secondo tuttavia il numero degli iscritti raddoppia. Un segno di speranza?

I fratelli Heymann firmano un film di straordinario coraggio e delicatezza e si confrontano apertamente con le grandi questioni storiche e politiche che dilaniano il loro paese, sapendosi mettere all'altezza dei loro piccoli protagonisti, i veri eroi della storia.


Link:
Guarda la Screenshots Gallery
Guarda il film su www.tichofilm.com
Il progetto di scuole Hand in Hand di cui Bridge Over the Wadi fa parte

domenica 30 settembre 2007

Cinema e Web 2.0


Vi segnaliamo un articolo pubblicato sul nostro portale www.cinema-invisibile.com, che sviluppa un tema che sta acquistando sempre più importanza nel mondo di Internet: il CINEMA 2.0 (il cosiddetto open cinema).

L'autore, Federico Bo, analizza il mondo del cinema da un punto di vista molto particolare: il fare cinema oggi, in rapporto alle nuove dinamiche della rete. Si parla di "creatività condivisa, filmmaking collaborativo, produzione orizzontale e distribuzione digitale alternativa", aprendo nuove e interessanti prospettive su un tema ancora poco discusso in Italia.

Leggi l'articolo: Il cinema 2.0, di Federico Bo