venerdì 27 luglio 2007

L'enfant terrible del cinema sovietico

[Dva v odnom, Russia/Ucraina, 2007, 124 min, col.]


L'ultimo film di Kira Muratova, Dva v odnom (Due in uno), è stato presentato in anteprima all'ultimo Tribeca Film Festival di New York dello scorso aprile. Attualmente il film, dopo aver ottenuto il premio Nika (l'Oscar russo!) come miglior film dei paesi dell'Unione Stati Indipendenti (SNG) e dei Paesi Baltici, sta circolando in diversi festival russi e arriverà nelle sale moscovite il prossimo autunno. Intanto è in produzione un nuovo film, Melodija dlja sharmanki (Melodia per organetti a manovella), che sarà terminato nel 2008.

Kira Muratova è una delle più acclamate e insieme controverse registe della storia del cinema sovietico e oggi del cinema contemporaneo ucraino (vive e lavora a Odessa e continua a produrre film alla veneranda età di 73 anni), ma anche una delle più sottovalutate e ingiustamente ignorate all’estero. La maggior parte dei suoi film, infatti, non hanno trovato un circuito di distribuzione in Europa e circolano prevalentemente in ambito festivaliero. Tuttavia si registra negli ultimi anni una sempre maggiore attenzione al suo cinema, come testimoniano recenti convegni e retrospettive a lei dedicate nel Regno Unito e negli Stati Uniti, l’ultima monografia pubblicata dalla ricercatrice americana Jane Taubman, o ancora, qui da noi, la messa in onda di tutti i suoi film nella programmazione notturna di Fuori Orario su RaiTre.

Il cinema di Kira Muratova è un cinema dell’Assurdo, surrealista, che mette in scena il nonsense dell’esistenza, l’assenza di direzione e di qualsivoglia speranza nel trascendente, la rottura del linguaggio, l’alienazione e la violenza dei rapporti umani dopo lo smascheramento post-sovietico: temi che indirettamente raccontano anche il processo di frammentazione nel paese e nella società russa contemporanea.

I suoi film sono tuttora piuttosto “scomodi” e difficili da accettare, suscitando spesso reazioni contrastanti, dall’entusiasmo allo sconcerto, ma la critica russa e ucraina stimano la Muratova quale una dei pochissimi registi rimasti di valore mondiale. E anche all’estero ha avuto importanti riconoscimenti, vincendo diversi premi internazionali.

Ci auguriamo che prima o poi riusciremo a vederla anche nelle nostre sale cinematografiche!

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