lunedì 12 maggio 2008

DOCUMENTARI DA PALESTINA/ISRAELE – GRATIS SU WWW.TICHOFILM.COM


Dall'8 al 15 maggio, in concomitanza con la Fiera Internazionale del Libro di Torino, www.tichofilm.com mette a disposizione in visione gratuita i documentari da Palestina/Israele del proprio catalogo. Offrire uno sguardo della realtà mediorientale diverso, radicato nel territorio e lontano dalle celebrazioni nazionalistiche vuole essere un tentativo di restituire concretezza e complessità alle rappresentazioni culturali, artistiche, storiche e politiche di un territorio abitato da più popoli, con storie sovrapposte ma antititetiche.

Questi i titoli che proponiamo in visone gratuita:

ARNA’S CHILDREN (Israele/Olanda, 2003) di Juliano Meir Khamis e Daniel Daniel (miglior documentario al Tribeca Film Festival, 2004)
L'esperienza del Freedom Theatre, teatro per bambini creato nel campo profughi di Jenin nel 1989 da Arna Meir Khamis, madre del regista e coraggiosa attivista pacifista israeliana. Il film, girato dopo la morte di Arna e dopo lo scoppio della seconda Intifada, ricostruisce i drammatici destini di quei bambini che, ormai adulti, sono stati risucchiati dalla violenza. Il film tocca tanto le vite personali delle persone coinvolte quanto la realtà politico-sociale di una comunità devastata dall'occupazione militare, ma racconta anche della possibilità di un sogno diverso: quello di bambini profughi che sognano di diventare attori.

BILIN MY LOVE (Israele/Palestina, 2006) di Shai Carmeli Pollak (miglior film al Jerusalem Film Festival, 2005)
Narra la storia di un piccolo villaggio palestinese che cerca di resistere all’esercito di occupazione usando la nonviolenza e che è diventato il simbolo della lotta congiunta di palestinesi, israeliani e attivisti internazionali contro il Muro. Alla violenza militare essi contrappongono azioni dirette creative e manifestazioni simboliche che vengono duramente represse. Shai Carmeli Pollak ritrae dall'interno la crescita di un movimento che attira ormai da tempo l'attenzione dei media nazionali e internazionali.

BRIDGE OVER THE WADI (Israele, 2006) di Barak & Tomer Heymann
Cinquanta bambini palestinesi e cinquanta bambini ebrei frequentano la stessa scuola, una scuola con lezioni in entrambe le lingue. Ognuno di questo cento bambini è unico. Due anni dopo l’inizio della seconda Intifada un gruppo di genitori palestinesi ed ebrei hanno deciso di fondare una scuola bi-nazionale e bi-lingue nel villaggio palestinese di Ara in Israele. Il documentario segue il primo anno di scuola e il fragile tentativo di creare un ambiente di convivenza sullo sfondo della pesantissima realtà esterna. E lo fa osservando le vicende personali dei protagonisti, i bambini e i loro genitori.

THE INNER TOUR (Israele/Palestina, 2001) di Ra’anan Alexandrovich (miglior documentario al Vancouver International Film Festival, 2001 e Berlinale Forum, 2001)
Viaggio concretissimo e simbolico di un gruppo di palestinesi in Israele, alla vigilia dello scoppio della seconda Intifada. Turisti nel loro stesso paese, in viaggio anche attraverso memorie, speranze, miti, paure. L’autobus come microcosmo di destini individuali e paradossi legali. Sul tappeto, o per meglio dire on the road, tutti i nodi irrisolti di quel processo di pace che pochi giorni dopo si sarebbe drammaticamente interrotto. La questione dei profughi, i prigionieri, l’accesso all’acqua ma soprattutto la doppia, antitetica narrazione della stessa storia. La storia dei vinti e quella dei vincitori. Un piccolo capolavoro di sensibilità umana e acume politico, con un tocco di preveggenza per quello che di lì a poco sarebbe accaduto.

PICKLES (Israele, 2005) di Dalit Kimor (miglior documentario al Mississipi Crossroads Film Festival, 2007)
La storia di otto vedove palestinesi, da sempre casalinghe, che decidono di aprire una piccola fabbrica di sottoaceti. L’inedito business offre uno spaccato di realtà sulla vita di queste donne coraggiose che rompono le regole per garantire a se stesse e ai propri figli un migliore avvenire. Disobbedendo al destino sociale che vorrebbe le vedove recluse in casa oppure risposate, le otto donne di Tamra, un villaggio della Galilea, diventano imprenditrici e iniziano a guadagnarsi il rispetto dei propri concittadini. Lavorano ogni giorno senza paga per investire nel nuovo progetto e affrontano difficoltà economiche sempre crescenti.

THE SETTLERS (Israele, 2001) di Ruth Walk
Protagonista del documentario è la banalità della follia, quella del più fanatico gruppo di coloni ebrei a Hebron. Il film racconta la vita quotidiana di alcune famiglie nel quartiere di Tal Rumeida. Nell'assurdo tentativo di preservare la "normalità", i coloni ignorano la situazione politica in cui vivono e soprattutto si rifiutano di riconoscere l'esistenza degli oltre 120.000 abitanti palestinesi. Il significato politico della loro presenza su territorio palestinese contrasta con il loro numero reale e la loro permanenza a Hebron è resa possibile solo con uno smisurato dispiegamento di militari. La regista Ruth Walk riesce a superarne l'abituale ostilità e a creare un rapporto di fiducia con le persone intervistate, quasi tutte donne. Il film diventa così una rara occasione per poter guardare da vicino l'aspetto più estremo e integralista di quella complessa realtà chiamata "i coloni ebrei".

Speriamo che guardiate i film e abbiate voglia di discuterne con noi qua sul blog!

venerdì 25 gennaio 2008

I Film di Gennaio di TICHOFILM


Pickles
, di Dalit Kimor, Israele 2005

La storia di otto vedove palestinesi, da sempre casalinghe, che decidono di aprire una piccola fabbrica di sottoaceti. L'inedito business offre uno spaccato di realtà sulla vita di queste donne coraggiose che rompono le regole per garantire a se stesse e ai propri figli un migliore avvenire. Disobbedendo al destino sociale che vorrebbe le vedove recluse in casa oppure risposate, le otto donne di Tamra, un villaggio della Galilea, diventano imprenditrici e iniziano a guadagnarsi il rispetto dei propri concittadini. Lavorano ogni giorno senza paga per investire nel nuovo progetto e affrontano difficoltà economiche sempre crescenti. Ce la faranno? Il primo anno è pieno di risa e gioia ma anche di timori e delusioni.



Do I Love You, di Lisa Gornick, UK 2002

Lungometraggio di esordio di Lisa Gornick, Do I Love You è una commedia romantica filosofica che riflette sulla vita e l'amore. Marina e la sua compagna Romy si sono appena lasciate. Disorientata e alla ricerca di risposte, Marina inizia a interrogarsi e a interrogare i vari personaggi che popolano la sua vita. Ambientato a Londra e girato come un diario personale, il film diventa una vibrante e spiritosa inchiesta sull'amore e sui luoghi comuni che le persone inventano nel tentativo di comprenderlo. Se Woody Allen fosse una donna lesbica si chiamerebbe Lisa Gornick.

Buona visione!

mercoledì 14 novembre 2007

Il Film di Novembre di TICHOFILM


BRIDGE OVER THE WADI (Tomer e Barak Heymann, Israele, 2006, 55', col.)

Tomer Heymann, dopo l'acclamato Paper Dolls (Berlinale Panorama 2006) dedicato ai migranti filippini in Israele, torna ad affrontare con sensibilità ed acume i nodi irrisolti della storia del suo paese, questa volta a quattro mani con il fratello e produttore Barak.

Due anni dopo l’inizio della Seconda Intifada, un gruppo di genitori palestinesi ed ebrei decidono di fondare una scuola bi-nazionale e bi-lingue nel villaggio palestinese di Ara in Israele.
Il documentario racconta il primo anno di scuola e il fragile tentativo di creare un ambiente di convivenza sullo sfondo della difficile realtà esterna, osservando le vicende personali dei protagonisti, i bambini e i rispettivi genitori. Mentre gli adulti cercano, senza riuscirvi, di nascondere i loro timori, i bambini e le bambine parlano con semplicità e sincerità, riflettendo gli enormi problemi e contraddizioni nei quali vivono, la paura reciproca e il razzismo ma anche la gioia e la curiosità di fronte a nuovi amici con cui giocare.

Il film segue così con discrezione ma senza ipocrisie né censure le mille difficoltà in cui l'esperimento di coeducazione sembra continuamente sul punto di fallire. Ma il candore, la spontaneità e la voglia di vivere dei bambini fanno da controcanto alle disperanti condizioni esterne, e agli evidenti limiti degli adulti.

Anche se, a fronte dei molti problemi, alcuni genitori decidono di ritirare i figli dalla scuola durante il primo anno, nel secondo tuttavia il numero degli iscritti raddoppia. Un segno di speranza?

I fratelli Heymann firmano un film di straordinario coraggio e delicatezza e si confrontano apertamente con le grandi questioni storiche e politiche che dilaniano il loro paese, sapendosi mettere all'altezza dei loro piccoli protagonisti, i veri eroi della storia.


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Guarda il film su www.tichofilm.com
Il progetto di scuole Hand in Hand di cui Bridge Over the Wadi fa parte

domenica 30 settembre 2007

Cinema e Web 2.0


Vi segnaliamo un articolo pubblicato sul nostro portale www.cinema-invisibile.com, che sviluppa un tema che sta acquistando sempre più importanza nel mondo di Internet: il CINEMA 2.0 (il cosiddetto open cinema).

L'autore, Federico Bo, analizza il mondo del cinema da un punto di vista molto particolare: il fare cinema oggi, in rapporto alle nuove dinamiche della rete. Si parla di "creatività condivisa, filmmaking collaborativo, produzione orizzontale e distribuzione digitale alternativa", aprendo nuove e interessanti prospettive su un tema ancora poco discusso in Italia.

Leggi l'articolo: Il cinema 2.0, di Federico Bo

giovedì 13 settembre 2007

Le uscite di Settembre di TICHOFILM (2)


UN RACCONTO INCOMINCIATO (Felice D'Agostino e Arturo Lavorato, Italia, 2006, 80 min, col.)

Felice D’Agostino e Arturo Lavorato, autori de Il canto dei nuovi migranti, premio DOC2005 al Torino Film Festival, presentano un nuovo capitolo della loro personalissima ricerca visiva sulla loro terra d'origine: la Calabria.

Nell'atmosfera lunare di un'alba marina, tre pescatori seduti sul muretto scrutano immobili il mare, illuminati dalla luce artificiale dei lampioni. Il racconto inizia così, e ci trasporta nella vita quotidiana degli abitanti di Nicotera Marina, piccolissimo paese della costa calabrese. Un'unica voce ci accompagna in questo viaggio, una voce consapevole e partecipe, che illumina di umanità i luoghi, i corpi e i volti di questa remota periferia d'Europa, quella di Saverio: "I pescatori di Nicotera Marina hanno creato un mondo a parte. Hanno un rapporto privilegiato con l'assoluto. Ogni volta che prendono il largo, partono verso la libertà. Sono innamorati di questa forza centrifuga. L'anticamera dell'assoluto è la natura".

Lavorando con la luce abbagliante del sole e con i riflessi del mare, i due registi creano un documentario poetico in cui le immagini finalmente raccontano più delle parole un mondo pieno di conflitti, contraddizioni e bellezza.


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